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Eventi estremi nel nostro Mediterraneo
Eventi estremi nel nostro Mediterraneo

Scienza e Ambiente

Eventi estremi nel nostro Mediterraneo

Mar Mediterraneo, La Spezia - Partenza

Le coste più flagellate del Mediterraneo

Liguria, ma anche Toscana, Corsica e Sardegna sono regioni soggette da sempre a temporali, alluvioni e altri fenomeni atmosferici che flagellano i litorali, ma nell’ultimo periodo le cose sembrano peggiorate. Anche il nostro MM70 è stato vittima di un devastante fenomeno che ne ha messo a rischio l’integrità la scorsa estate.

Che cosa è successo al Maserati Multi 70?

Era la mattina del 18 agosto 2022, il nostro trimarano si trovava in cantiere nei pressi di Marina di Carrara, quando una violenta tromba d’aria lo ha investito facendolo uscire dall’invaso e scagliandolo a terra a diversi metri di distanza. I danni provocati erano importanti. Ma non ci siamo abbattuti e ci siamo subito messi all’opera per un pronto ritorno in acqua. Ma che cosa ha provocato quei temporali?

L’evento in questione è quello che gli scienziati classificano come derecho, ovvero una tempesta particolarmente longeva il cui percorso nel caso specifico ha superato i 1000 km di lunghezza e ha prodotto raffiche di vento che in Corsica sono state superiori ai 220 km/h.

Ma torniamo qualche ora e qualche chilometro indietro. Tra le 5 e le 7 del mattino del 18 agosto 2022, ora italiana, di fronte alla linea che gli scienziati chiamano “di precipitazione convettiva principale”, si è formata una cosiddetta supercella, ovvero un temporale con al suo interno una corrente ascensionale in rotazione, che ha colpito il levante ligure, specialmente le località di Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, con forti correnti e venti superiori a 120 km/h. Ma non è finita qui. L’evento nel suo complesso è costato la vita a dodici persone, ha danneggiato auto, abbattuto alberi, scoperchiato i tetti di molte abitazioni e distrutto campi coltivati nella pianura padana.

Successivamente, la squall line principale, cioè una lunga e stretta fascia di temporali in continua rigenerazione, si è trasformata in una bow echo, un’eco “ad arco”, che ha attraversato la Corsica intorno alle 8,30 italiane e si è mosso verso la costa della Toscana provocando venti fino a 130 km/h nella zona di Massa Carrara, dove si trovava per l’appunto il trimarano

Simulazione evento estremo del 18 agosto 2022, sviluppata da Fondazione CIMA

Immaginate una serie concentrica di onde di temporali con associate violente grandinate, fulminazioni e raffiche di vento estreme. Ecco questo è più o meno quello che è successo. Pensate che la forma compatta della struttura del temporale ha proseguito il suo percorso fino alla Repubblica Ceca, attraversando tutta l’Europa.

Un tuffo nel passato…e nel futuro

Eventi estremi di questa portata sono qualcosa di nuovo per il Mediterraneo, anche se già nel secolo scorso temporali simili, seppur meno intensi, sono stati causa di importanti stravolgimenti del territorio. Uno fra tutti è il caso della spiaggia San Fruttuoso, in Liguria.

In seguito ad un solo evento estremo, avvenuto il 25 settembre del 1915, la spiaggia, dapprima inesistente, si formò in poche ore a causa del materiale depositato durante la tempesta. Insomma la bellissima spiaggia che oggi si affolla di turisti nei giorni estivi è in realtà la conseguenza di un evento che fu tragico e violentissimo. A causa dello stesso evento estremo del 1915, molti altri danni si sono riscontrati anche in cittadine limitrofe come Rapallo e Camogli.

Perché succede? Che cosa possiamo fare?

La frequenza di questi eventi estremi sta aumentando in maniera impressionante. Secondo la scienza questo è dovuto ai fattori fisici di cambiamento prodotti dal surriscaldamento complessivo della terra e del mare. Purtroppo il cambiamento climatico, il riscaldamento della temperatura superficiale delle acque, l’aumento del vapore acqueo disponibile nella colonna atmosferica e l’aumento della temperatura dell’aria nello strato limite atmosferico (primi 1000-2000 metri) forniscono gli ingredienti perfetti al loro innesco, ma soprattutto alla loro rigenerazione e propagazione.

Se non si interviene quello che ci aspetta è ciò che gli scienziati definiscono un bipolo: un alternarsi di due scenari estremi. Periodi di siccità e ondate di calore da una parte e periodi di piogge estreme dall’altra. Per cercare valide soluzioni e invertire la rotta, ciò che è necessario è evitare approcci catastrofisti e adoperarsi invece per uno sviluppo più sostenibile rispetto al passato. È necessario pensare a migliori politiche di adattamento. Concretamente questo significa per esempio ripopolare l’entroterra favorendone lo sviluppo agricolo, infrastrutturale, economico e sociale dando nello stesso tempo sollievo alle zone costiere che hanno subito decenni di edilizia intensiva.

A questo va associata una rivalutazione del ruolo di fiumi e torrenti, che spesso in passato sono stati intombati per favorire l’urbanizzazione e, oltre ad essere oggi una possibile risorsa, posti in queste condizioni costituiscono sicuramente un grande pericolo per future esondazioni. Uno di questi torrenti intombati scorre persino sotto il teatro Ariston di Sanremo.

Di sicuro ciò che non si può pensare di fare è lavorare solo sulla messa in sicurezza delle aree a rischio. Sarebbe impensabile. I vari aspetti che hanno condotto a uno stravolgimento del clima e del territorio sono da considerarsi interconnessi e per questo da affrontare congiuntamente per il raggiungimento di obiettivi concreti, efficaci e sostenibili.