La Guadalupa, perla dei Caraibi, è un’arcipelago delle Antille francesi, soprannominata l’isola della farfalla per la morfologia delle due isole maggiori: Grande Terre e Basse Terre, separate da un canale che le divide nel punto più stretto in prossimità del capoluogo Pointe-à- Pitre.
I due nomi, attribuiti dai primi coloni francesi, non fanno riferimento all’ampiezza dei territori, ma ai venti, gli alisei, che spazzano queste due isole. Gli alisei che soffiano da nord-est sono impetuosi (da qui il nome “grande”) e colpiscono in modo diretto la piatta isola di Grande Terre, ma sono poi frenati dalle montagne che sorgono a occidente spirando così con minore intensità (ecco il nome “basse”) su Basse Terre. Quest’isola, come già avevano intuito i primi coloni, deve gran parte del suo fascino e della sua identità a questi venti costanti che soffiano da est verso ovest nelle regioni tropicali. Il legame tra i venti e l’arcipelago influenza ogni aspetto della vita sull’isola, dall’economia all’ecologia, plasmando un territorio unico nel suo genere.
Gli alisei, chiamati anche “trade winds” per la loro costanza che favoriva gli antichi scambi commerciali, determinano il clima della Guadalupa, creando una netta distinzione tra la costa orientale che riceve più piogge, risultando quindi più umida e verdeggiante, e quella occidentale che gode, invece, di un clima più secco e soleggiato. Questa diversità climatica ha contribuito a creare una varietà di microclimi e paesaggi sull’isola: dalla foresta pluviale alle spiagge di sabbia bianca. La spettacolare varietà di habitat che si è creata supporta una fauna e una flora uniche, contribuendo alla ricchezza ecologica dell’isola. Gli alisei, non impattano solo sulla terra, ma svolgono una grande influenza anche sull’ambiente marino, in particolare sulla temperatura delle acque oceaniche. Quando soffiano lungo la superficie dell’oceano, inducono la risalita delle acque fredde e nutrienti dalle profondità verso la superficie. Questo processo, noto come “upwelling alisico”, è fondamentale per la prosperità degli ecosistemi marini e per la regolazione delle temperature oceaniche.
Con il cambiamento climatico, però, il rapporto tra gli alisei e la Guadalupa potrebbe evolversi. Potenziali alterazioni nei modelli dei venti sarebbero in grado di influenzare il clima dell’isola, con conseguenze gravissime per l’agricoltura, il turismo e gli ecosistemi. La comunità scientifica sta monitorando attentamente questi cambiamenti che potrebbero avere effetti devastanti su questo fragile ecosistema.
Questi venti costanti oltre a svolgere un ruolo fondamentale per la salute dell’ecosistema dell’arcipelago, la rendono la meta perfetta per velisti e appassionati di windsurf. La Guadalupa ospita, infatti, una delle gare più prestigiose al mondo, la Route du Rhum, che qui ha la sua destinazione finale. Il nome non è casuale, la regata celebra la storica rotta commerciale del rum dai Caraibi all’Europa, sottolineando il legame culturale e economico tra la Guadalupa e la Francia continentale. Questa gara in solitario, che si svolge ogni quattro anni, vede i migliori velisti del pianeta sfidarsi in un’epica traversata dall’Europa ai Caraibi, con la Guadalupa come ambita destinazione finale. I partecipanti partendo da Saint-Malo in Bretagna, affrontano circa 3.542 miglia nautiche (6.562 km) di oceano Atlantico, sfidando le onde, i venti e le proprie capacità fisiche e mentali. Non si tratta solo una competizione sportiva, ma un’avventura che cattura l’immaginazione di milioni di persone, celebrando lo spirito di esplorazione e la connessione tra due mondi separati dall’Atlantico, con la Guadalupa come splendido palcoscenico finale di questa epica impresa.