Nel corso dei secoli, Cabo Pulmo divenne un importante punto di riferimento per i pescatori locali. Per lungo tempo, le acque del Mar di Cortez abbondavano di pesce e frutti di mare, garantendo alle comunità costiere una fonte di sostentamento sicura e abbondante. Le popolazioni locali, spesso formate da famiglie di pescatori, dipendevano direttamente dalle risorse del mare per il loro sostentamento. Questo legame con l’oceano divenne parte integrante della cultura e dell’identità di Cabo Pulmo.
Tuttavia, nel corso del XX secolo, la pesca divenne sempre più intensiva. Con l’avvento della pesca commerciale e l’introduzione di tecnologie moderne, le risorse marine iniziarono a scarseggiare. La pesca eccessiva e l’uso di pratiche distruttive come le reti a strascico misero a dura prova l’equilibrio naturale del reef.
Negli anni ’70 e ’80, le popolazioni di pesci predatori, come squali e cernie giganti, erano drasticamente diminuite. La barriera corallina, un tempo vibrante di vita, iniziava a mostrare segni di declino.
La fine del XX secolo rappresenta un punto di svolta cruciale per Cabo Pulmo. Con le risorse marine ormai ridotte all’osso e il reef danneggiato, la comunità locale si trovava di fronte a una difficile decisione: continuare con la pesca e vedere il loro ambiente e il loro sostentamento svanire, o cercare una nuova strada.
Fu in questo contesto che la comunità di Cabo Pulmo fece una scelta coraggiosa e inaspettata: abbandonare la pesca per dedicarsi alla protezione del suo mare. Con l’aiuto di scienziati, ambientalisti e organizzazioni governative, nel 1995 l’area di Cabo Pulmo venne ufficialmente dichiarata Parco Nazionale Marino dal governo messicano. Ciò significava che la pesca e qualsiasi altra attività potenzialmente dannosa per l’ambiente erano vietate all’interno del parco.
La decisione di proteggere Cabo Pulmo non fu accolta senza resistenze. Molti pescatori locali temevano di perdere la loro unica fonte di sostentamento, e ci volle del tempo perché l’idea di una nuova economia basata sull’ecoturismo prendesse piede.
Dopo la creazione del parco marino, gli effetti positivi iniziarono a manifestarsi gradualmente, ma con grande potenza. In poco più di un decennio, la barriera corallina di Cabo Pulmo si era completamente ripresa. La biomassa marina era cresciuta del 460%, facendone uno degli esempi più straordinari di recupero ecologico al mondo.
Questo recupero senza precedenti attirò l’attenzione della comunità scientifica internazionale, che indicò Cabo Pulmo come un modello da seguire per altre aree marine protette.
Con il successo della protezione ambientale, la comunità di Cabo Pulmo abbracciò una nuova forma di economia: l’ecoturismo. Il villaggio, un tempo dipendente dalla pesca, si trasformò in una destinazione ambita da subacquei, biologi marini e amanti della natura di tutto il mondo. L’afflusso di turisti non solo creò nuove opportunità economiche per i residenti, ma rafforzò l’impegno della comunità verso la conservazione.
Gli eco-lodge e le attività locali sono oggi interamente focalizzati su pratiche sostenibili, con l’obiettivo di mantenere l’equilibrio tra turismo e protezione dell’ambiente. Il successo di Cabo Pulmo è diventato anche un simbolo di come il turismo responsabile possa sostenere le economie locali senza danneggiare gli ecosistemi fragili.