Navigare e vivere su una barca a vela ti obbliga a ripensare i comportamenti quotidiani in modo molto simile a quello che servirebbe nella vita sulla terraferma. Ogni azione e ogni scelta di chi deve affrontare il mare per giorni, punta all’essenziale e al risparmio delle risorse.
La barca è soprattutto un mondo nelle nostre mani e possiamo gestirlo in maniera autonoma. La barca è un perfetto esperimento di sostenibilità, un microcosmo di adattamento intelligente. Su una barca siamo tutti apprendisti, le esperienze ci insegnano nuove cose. A partire da quelle pratiche: elettronica, medicina, cucina, motori. In barca è una sfida continua. Bisogna avere un atteggiamento positivo di fronte a qualsiasi problema, non c’è alternativa.
In mare tutto è essenziale alla sopravvivenza: acqua, energia, cibo e ogni risorsa deve essere gestita con attenzione. Navigando lo impari presto. Molte sono le scelte che devono essere necessariamente sostenibili come risparmiare energia e acqua, gestire spazi e movimenti ma anche organizzare i rifiuti in maniera intelligente, che essenzialmente vuol dire non produrli. Se si parte con tutti gli imballaggi di plastica monouso dopo pochi giorni ci si ritrova la barca invasa di plastica. Una chiara metafora di quello che accade sul nostro pianeta! In barca vediamo succedere, in piccolo, quello che dobbiamo far sì che avvenga sul piano collettivo per cambiare insieme la rotta. Per fortuna nel team di Maserati tutti sono sensibili ai temi ecologici. Sono veri uomini di mare.
Il bene più prezioso
Può sembrare strano in mezzo al mare, ma l’acqua resta il bene più prezioso, anche più del cibo. Per avere acqua potabile usiamo un dissalatore che è in grado di renderci indipendenti e ci evita di rientrare in porto solo per effettuare il rifornimento. La macchina che montiamo è stata progettata apposta per noi e ha un peso ridotto di soli 18 kg. È costruita interamente in fibra di carbonio e risulta essere il dissalatore più leggero mai costruito in questa categoria. Trasforma l’acqua di mare in purissima acqua dolce utilizzando solo una piccola quantità di energia elettrica ed è in grado di lavorare assorbendo le sollecitazioni dovute al volo dell’imbarcazione sulle onde a velocità massima.
La disponibilità di acqua dolce è praticamente infinita; i tipici “razionamenti” spesso imposti all’equipaggio, possono essere più rari. C’è gente che va in barca e si fa tre docce al giorno perché gli dà fastidio il sale sulla pelle. Noi stiamo anche un mese senza fare la doccia e si fa un tuffo in mare tutti i giorni. Per togliere il sale basta passarsi addosso una spugna imbevuta d’acqua dolce.
La barca a vela dunque è come il mondo: in poco tempo si può comprendere che i problemi sono gli stessi. Primo fra tutti, la scarsità. Scarsità di spazio e scarsità di risorse. E poi si torna un po’ come l’umanità antica, cacciatori e raccoglitori più che agricoltori. Si carica a bordo solo quello che serve, in maniera oculata anche perché lo spazio è poco, e poi si consumerà tutto fino all’ultima noce prima di rifare la cambusa. Questo non vuol dire fare la fame, perché per navigare e soprattutto per condurre una gara, servono energie fisiche e concentrazione mentale. Il segreto è nella selezione e non nell’accumulo indiscriminato.
Poi devi produrre meno rifiuti possibili, stare attento a non buttare cose in mare, fare bene una differenziata da smaltire al porto successivo. La gestione della cucina è altrettanto importante. Non a caso da tanti anni utilizziamo soprattutto la pentola a pressione per mangiare bene senza rinunciare al gusto, ma utilizzando poca acqua e poca energia. La soluzione “pentola a pressione” è super ecologica, contrasta gli sprechi d’acqua, riduce i tempi di cottura ed è sicura quando la barca è inclinata. Il suo utilizzo in sostituzione delle pentole tradizionali consente un possibile risparmio medio di acqua dell’80%, con picchi fino all’88%. Per comprenderne la portata al di fuori della nostra avventura intorno al mondo , basta pensare che in Italia il consumo procapite annuale di pasta è di 25 kg e se si utilizzasse sempre la pentola a pressione si potrebbero teoricamente risparmiare ben 12 miliardi di litri d’acqua!