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Il triangolo delle Bermude
Il triangolo delle Bermude

Storie del mare

Il triangolo delle Bermude

Oceano Atlantico, Transatlantica - Tappa 5

Il mito e gli eventi più significativi

L’immaginazione popolare per decenni è stata alimentata a suon di storie relative a fenomeni anomali ed eventi misteriosi riguardanti questo tratto di mare anche conosciuto come il “Triangolo del Diavolo” o il “Il Triangolo del Mare del Nord“. Uno dei tratti distintivi del Triangolo delle Bermude è la scomparsa apparentemente oscura di numerosi aerei, navi e persone nel corso degli anni: tra i casi più noti figurano il volo 19, un gruppo di aerei da addestramento navale che svanì nel 1945 durante un’esercitazione di routine e la sparizione della nave mercantile USS Cyclops nel 1918, con 309 persone a bordo, che rimane uno dei più grandi misteri navali non risolti degli Stati Uniti.

 

 

Un mistero fatto ad arte

Lo scrittore statunitense Vincent Gaddis coniò la definizione “Triangolo delle Bermude” nel 1964 in un articolo sulla rivista Argosy; oltre a lui, numerosi giornalisti contribuirono ad alimentare ipotesi soprannaturali, tra cui Charles Berlitz con il famoso libro Bermuda, il Triangolo maledetto, del 1974.
Lawrence David Kusche, autore del libro The Bermuda Triangle Mystery: Solved del 1975, mise in luce gravi imprecisioni e alterazioni nell’opera di Berlitz: spesso il resoconto non coincideva con i racconti di testimoni o di persone coinvolte negli incidenti e sopravvissuti e in molti casi informazioni cruciali erano state deliberatamente omesse, Kusche dimostrò inoltre come numerosi incidenti indicati come “vittime del triangolo” si fossero in realtà verificati a moltissima distanza e fossero stati inclusi in malafede.

La ricerca di Kusche portò ad alcune importanti conclusioni: in primis, il numero di navi disperse è paragonabile, percentualmente, a quello di ogni altra zona dell’oceano. In una zona di tempeste tropicali, poi, molte delle scomparse sono facilmente spiegabili, e per nulla misteriose: le circostanze delle sparizioni sono state per lo più riportate in modo falsato (senza considerare, ad esempio, le condizioni di meteo avverso un cui le navi viaggiavano). La leggenda del Triangolo delle Bermude sarebbe dunque un mistero fatto ad arte, mantenuto in vita da scrittori che volontariamente o meno fanno uso di dati errati, argomentazioni falsate, ragionamenti svianti e sensazionalismo.

Teorie sul Triangolo delle Bermude

Nonostante la fama dell’area, le statistiche della corporazione britannica di assicurazioni Lloyd’s affermano con certezza che il Triangolo non è né più né meno pericoloso di ogni altra zona dell’oceano, valutando il numero di incidenti e perdite per la quantità di traffico sostenuto: l’area è una delle vie commerciali più affollate al mondo e le percentuali di sparizione sono insignificanti se esaminate nel complesso.
I dati disponibili presso la Guardia Costiera degli Stati Uniti confermano tali conclusioni: la grande maggioranza delle scomparse è ricollegabile ad avverse condizioni meteomarine spesso unite a debolezza strutturale o vetustà delle navi coinvolte, nonché a ritardi nei soccorsi: gran parte delle sparizioni si sono verificate in epoche (XIX secolo e primi decenni del XX) in cui i sistemi di ricerca e salvataggio erano molto arretrati o pressoché inesistenti.

Nonostante le smentite, negli anni si sono comunque susseguite diverse formulazioni di teorie pseudoscientifiche legate alle sparizioni: vai autori hanno collegato tali fenomeni a inusuali anomalie magnetiche oppure alla presenza di strati di metano che avrebbero imprigionato aerei e navi, contribuendo quindi a fomentare la presunta “maledizione” che accompagna il Triangolo.