La storia del Vietnam risale a oltre 4.000 anni fa, con le prime civiltà agricole che si svilupparono nella valle del Fiume Rosso, tra cui la cultura Dong Son, nota per la lavorazione del bronzo e gli impressionanti tamburi decorati. Già a quel tempo, il popolo vietnamita era in contatto con la Cina, con la quale stabilì relazioni culturali e commerciali, ma anche conflitti e influenze reciproche.
La nascita del regno di Văn Lang, fondato dalla mitica dinastia Hùng, segnò l’inizio della storia organizzata vietnamita, e i re Hùng sono oggi celebrati come antenati culturali del Vietnam. La regione fu poi governata da dinastie locali e cinesi fino a quando il Vietnam ottenne una forma di indipendenza sotto la dinastia dei Lý e poi dei Trần, che mantennero il controllo e resistettero con successo a varie invasioni mongole.
Dal I secolo a.C. al X secolo d.C., il Vietnam fu spesso occupato dalla Cina. Questa dominazione influenzò profondamente la cultura vietnamita, dall’adozione del confucianesimo all’introduzione del sistema burocratico cinese. Tuttavia, il popolo vietnamita resistette all’assimilazione.
Un simbolo di questa resistenza sono le sorelle Trung, Trung Trac e Trung Nhi, che nel 40 d.C. guidarono una rivolta contro i cinesi, liberando temporaneamente il territorio vietnamita. Sebbene la loro ribellione fu alla fine repressa, le sorelle Trung sono oggi considerate eroine nazionali e simboli di indipendenza.
Dopo aver raggiunto l’indipendenza nel X secolo, il Vietnam visse un periodo di stabilità e prosperità sotto le dinastie Lý e Trần, che svilupparono l’agricoltura e costruirono infrastrutture come dighe e canali. Questa era d’oro fu interrotta da conflitti interni e dall’invasione cinese della dinastia Ming.
Tuttavia, il Vietnam si riprese con la dinastia Lê, che unificò il paese e riorganizzò l’amministrazione secondo il modello confuciano. Nel XVIII secolo, la dinastia Nguyễn prese il controllo, stabilendo la capitale a Huế e promuovendo un’ulteriore espansione territoriale verso sud, fino all’attuale Saigon.
Nel XIX secolo, l’Impero francese occupò il Vietnam e lo incluse nell’Indocina francese insieme a Laos e Cambogia. La colonizzazione portò sviluppo infrastrutturale e industrializzazione, ma al costo di una dura repressione politica e di uno sfruttamento economico delle risorse e del lavoro vietnamita.
In questo contesto nacque il movimento nazionalista, ispirato dalle ideologie marxiste e anticoloniali. Tra i leader più influenti del movimento spiccò Ho Chi Minh, che, dopo aver vissuto in Francia e aderito al comunismo, fondò il Partito Comunista Indocinese, diventando il simbolo della lotta per l’indipendenza del Vietnam.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Vietnam si trovò di nuovo sotto occupazione francese, ma Ho Chi Minh e i suoi sostenitori comunisti iniziarono una lotta armata per l’indipendenza. La Guerra d’Indocina (1946-1954) terminò con la vittoria vietnamita a Dien Bien Phu e con la divisione del paese lungo il 17° parallelo: il Vietnam del Nord, governato da Ho Chi Minh, e il Vietnam del Sud, appoggiato dagli Stati Uniti.
Questa divisione portò a tensioni interne e fu il preludio della Guerra del Vietnam, o Guerra del Viet Cong, che ebbe un impatto devastante sul paese e sulla popolazione civile.
La Guerra del Vietnam (1955-1975) vide il Vietnam del Nord e i guerriglieri Viet Cong combattere contro il governo del Vietnam del Sud, sostenuto dagli Stati Uniti. La guerra fu una delle più sanguinose del Novecento e si concluse solo nel 1975 con la caduta di Saigon e la vittoria del Vietnam del Nord. Il conflitto causò enormi perdite umane e devastò il territorio, ma segnò anche una svolta simbolica: una piccola nazione riuscì a resistere a una superpotenza globale.
Il Vietnam fu quindi unificato sotto il controllo comunista, con la creazione della Repubblica Socialista del Vietnam nel 1976.
Gli anni successivi alla guerra furono segnati dalla povertà e dall’isolamento internazionale. Tuttavia, negli anni ‘80, il governo vietnamita lanciò le riforme economiche chiamate “Doi Moi” (“rinnovamento”), che introdussero elementi di economia di mercato pur mantenendo il controllo statale.
Grazie a queste riforme, il Vietnam ha conosciuto una crescita economica straordinaria, diventando uno dei principali produttori mondiali di riso e caffè, e un centro manifatturiero globale. Oggi, il Vietnam è una delle economie in più rapida crescita dell’Asia, pur affrontando nuove sfide come l’urbanizzazione, la sostenibilità e la modernizzazione.