In esso si sono sviluppate le prime forme di vita. Ciascuno di noi proviene dalle sue acque profonde.
Per questo oggi l’Unesco, impegnata nel grande progetto strategico di salvaguardia chiamato “Ocean Decade 2021 – 2030”, suggerisce di parlarne al singolare: Oceano, dunque.
Quello che per comodità suddividiamo in mari è in realtà un sistema unico, connesso a livello globale e fondamentale per tutte le forme di vita sulla Terra.
I nostri mari sono sempre più caldi. Il calore prodotto a causa dell’effetto serra viene infatti assorbito in gran parte dalle acque che ricoprono il pianeta. L’oceano infatti può catturare e trattenere circa il 40% dell’anidride carbonica emessa dalle attività umane in tutto il mondo. Ma con quali conseguenze non lo sappiamo ancora.
Cambiamento climatico, inquinamento, sfruttamento intensivo delle risorse oceaniche e perdita di biodiversità. Ogni anno, processi interrelati come riduzione degli habitat, accumulo di inquinanti e surriscaldamento minacciano la vita in modo sempre più profondo e irreparabile.
Questo è un planisfero pubblicato nell’Atlas of the World with geographic boundaries di Athelstan Spilhaus – geofisico e oceanografo sudafricano americano- e rappresenta la prosiezione cartografica in cui si disegna il pianeta dalla prospettiva dei mari, presentando gli oceani come un unico specchio d’acqua.